Pittore italiano. Venne soprannominato
Andrein degli
impiccati per aver dipinto nel 1440, sulla facciata esterna del palazzo del
Podestà a Firenze, la scena dell'impiccagione dei ribelli dopo la
battaglia di Anghiari. Nel 1444 disegnò il cartone di una
Deposizione per un'occhio del tamburo della cupola di S. Maria del Fiore;
fra il 1445 e il 1450, affrescò il refettorio del convento di S.
Apollonia con
Crocifissione, Deposizione di Cristo, Resurrezione e
Ultima Cena. Si contrappongono così un esterno e un interno, in
cui sempre domina la figura umana, definita da linee precise, vigorosa ed
eroica. La prospettiva dell'
Ultima Cena, pure esatta, lascia risaltare
l'individualità degli Apostoli, sottolineata dalla linea bianchissima
della tovaglia. Anche la decorazione di una loggia della Villa Pandolfini, tutta
di figure umane, si vale del gioco cromatico non per creare profondità,
ma per sbalzare verso l'esterno i personaggi e i loro gesti. Questo ciclo, di
ispirazione compiutamente umanista anche per la scelta dei soggetti, tutti di
ambito storico letterario, si può accostare all'affresco col
Monumento
equestre a Niccolò Tolentino, anch'esso giocato in una ricerca in
funzione del movimento. Anche se la critica recente ha stabilito una sua
conoscenza di Paolo Uccello, pure la sua pittura indica che guardò molto
a Masaccio e Donatello, accentuandone il plasticismo dei corpi e rivelando
un'esplicita fedeltà al realismo dell'Umanesimo. Nella sua pittura
predomina, infatti, la ricerca degli effetti plastici e della rigorosa
prospettiva lineare. Vasari propagò la leggenda che avesse ucciso un suo
compagno di lavoro, Domenico Veneziano, dopo avergli carpito il segreto della
pittura a olio. Ma, oltre al fatto che le sue opere non rivelano la conoscenza
della tecnica oleare, recenti documenti provano che Domenico morì quattro
anni dopo di lui (Castagno del Mugello 1421 - Firenze 1457).
Andrea del Castagno: “Niccolò da Tolentino” (Firenze, S. Maria del Fiore)
Andrea del Castagno: “Cristo e San Giuliano”(Firenze, SS. Annunziata)
Andrea del Castagno: “La Sibilla Cumana” (Firenze, Cenacolo di S.Appollonia)